Meglio tardi che mai: Instagram ha rilasciato neanche un mese fa le nuove shopping features che consentono agli utenti di sfogliare la propria timeline avendo dei prodotti taggati nelle fotografie. In modo da sapere prezzo, prodotto e piattaforma d’acquisto immediatamente, con un’esperienza seamless (o quasi) di accesso allo shop. Posso quindi vedere una foto-composizione vintage del piccolo produttore o artigiano, ed acquistare direttamente (o quasi) dal social network.
Un passo direi obbligato per Facebook che non se la passa poi tanto bene negli ultimi anni, per lo scandalo Cambridge Analytica e gli altri correlati alle spregiudicate tattiche di social engineering che hanno pilotato o manovrato i flussi di consenso a livello sociale e politico. Pensate all’Economist che ci ricorda come alcuni chiamino ironicamente l’azienda di Menlo Park big tobacco evocando funesti destini di industry da XX secolo…
Di seguito nei grafici vediamo qualche dato interessante (fonti: Instagram, Techcrunch, SocialMedia Examiner) innanzi tutto il numero di utenti di Instagram che ha superato quota un miliardo di account a giugno scorso, per un incremento molto elevato di business account attivi che ha superato quota 25 milioni nel 2017 quasi raddoppiando il dato dell’anno precedente. Una tendenza che piazza di diritto Instagram al secondo posto nella classifica dei social media più utilizzati dai marketing specialist aziendali (66% della survey, subito dopo il dato di Facebook).
Nel toolkit del marketing manager non c’è più solo lo strumento Instagram come veicolo di awareness per la propria potenziale clientela e strumento per mettere atterra campagne di display e social marketing mirate a promuovere collezioni o prodotti specifici. Non più solo la possibilità di ingaggiare top influenced per post sponsorizzati, oppure mettere a punto reti di micro e nano influencer con seguiti meno oceanici ma con una cerchia di pubblico più reattiva e coinvolta nei contenuti. Adesso possiamo portare finalmente il pubblico verso una esperienza seamless in negozio.
Quello che su alcuni mercati esteri, Cina in particolare, accade già da tempo. Pensate ai mini-program o funzionalità e-commerce di WeChat, il maggiore social network cinese, che consente di veicolare contenuti altamente profilati dall’alto valore esperienziale e portare il proprio pubblico social direttamente all’acquisto in pochi semplici click senza uscire dall’ambiente social. O dividere il conto di una pizza tra amici pagando con lo smartphone e molto altro ancora.

Un assaggio delle feature e-commerce WeChat (qui il video completo https://tinyurl.com/wvidval)
Il valore aggiunto è importante sia in termini di engagement e conversione del traffico in risultati commerciali, ma anche per costruire un ulteriore preziosissimo strato di profiling dell’utenza: saprò finalmente nono solo chi segue chi (o cosa) ma anche il comportamento dell’utente fino alle fasi più vicine all’acquisto. E ormai molti sanno (soprattutto marketplace e incumbent retailer che si tengono molto stretti i propri dati) che i dati sono di fatto il petrolio del nuovo millennio e del marketing omnicanale.

I maggiori influencer a gennaio 2018 secondo InfluencerDB

Una carrellata (incompleta) degli account influencer riepilogati nel grafico sopra
[header photo by rawpixel on Unsplash]