Il mercato food delivery britannico è aumentato del 4,7% arrivando a quota 7,45 miliardi di euro, secondo gli ultimi dati pubblicati dal Financial Times. Tutto avviene in una struttura dominata da startup ben finanziate e molto competitive come Deliveroo. Deliveroo ha costruito una posizione dominante concentrandosi sul target dei ristoranti che non possiedono un sistema di consegne autonomo, con una potenza di fuoco che poggia su tremila ciclisti self employed. Deliveroo serve oltre 2.500 ristoranti solo a Londra, ed ha attratto l’interesse di figure come Yuri Milner, uno dei primi sostenitori di Facebook, Alibaba e Airbnb, che ha preso parte ad un investimento di gruppo su Deliveroo al fine di spingere l’approdo ai mercati asiatici, mediorientali e all’Australia.
Nel frattempo il quadro si complica, dato che Uber scende in campo con investimenti pesanti per il format Uber Eats che è già attivo in sei paesi e diciotto città del mondo, con un piano molto preciso di aggredire il mercato europeo nel più breve tempo possibile.

Il mercato britannico take away (Financial Times, su dati Euromonitor)
Eppure startup prettamente locali non si fanno scoraggiare nella competizione, concentrandosi su nicchie importanti. L’esempio è We Deliver Local ltd che è stata fondata da Lee e Darren Parkinson nel settembre 2011 come piattaforma per l’e-commerce e la consegna a domicilio. Verificato che la maggior parte delle richieste si concentrava sulla consegna rapida da parte dei negozi dietro l’angolo o convenience store, l’azienda ha lanciato il format Beelivery. Un servizio che poggia su un network di driver che si candidano attraverso l’app dedicata e che consente l’acquisto e la consegna entro 90 minuti di prodotti da parte dei negozi locali.
Lanciato nel gennaio dello scorso anno, il servizio punta ad un’audience di clienti molto impegnati e alla convenienza dei fattorini crowdsourced attraverso la piattaforma, che sfiorano attualmente le diecimila unità. Il prossimo passo nel business plan è l’arrivo ad un tempo di consegna garantito di 30 minuti massimo: per questo Beelivery è nel pieno di una campagna di equity crowdfunding su Crowdcube ed ha attualmente coperto il 33% circa dell’obiettivo finanziario iniziale, raccogliendo oltre 84.000 sterline.
Abbiamo contattato i founder dell’azienda per chiedere la loro opinione circa i prossimi passi dell’azienda, la sfida del posizionamento in un mercato che cambia rapidamente fisionomia, e la competizione agguerrita che si trovano a fronteggiare. La chiaccherata è stata veramente interessante.

Lee e Darren Parkinson, fondatori di Beelivery
Come avete iniziato il vostro business?
Quando abbiamo lanciato l’azienda pensavamo ad una piattaforma dedicata ai negozi locali per la sola consegna a domicilio e l’e-commerce. Ci siamo allargati fornendo un servizio specifico per un piccolo gruppo selezionato di convenience store nell’estate del 2014 ed abbiamo riscontrato una domanda sempre crescente per questo tipo di servizio, dato che molti dei negozi in questione non hanno la possibilità di consegnare a domicilio in autonomia. Quindi abbiamo deciso di creare il format Beelivery per risolvere il problema. Abbiamo sviluppato una app per il crowdsourcing dei driver permettendo alla clientela di comprare dai negozi locali senza alcun limite di fornitore. Abbiamo lanciato il servizio a gennaio 2015 e concluso con successo le prime consegne già un mese dopo. Da allora stiamo crescendo del 15% circa ogni mese.
Come avete gestito la fase dei finanziamente? Cosa ne pensate del cosiddetto startup environment?
L’azienda ed il business è stato autofinanziato fino a questo momento. Penso che il sistema SEIS/EIS (NB progetto governativo Seed Enterprise Investment Scheme) abbia determinato un miglioramento considerevole nella capacità delle startup di attirare capitali, sebbene penso che ancora non stiamo assistendo appieno a tutti i benefici che porta. Nel Regno Unito posso dire però che siamo già ad un ottimo livello: gestire la fase di fundraising è facile quasi quanto negli Stati Uniti.
Perchè avete scelto un programma di equity crowdfunding? Qual è il vostro obiettivo di lungo periodo?
Vogliamo inizialmente costruire e crescere un business in modo da dimostrare ottimi risultati di crescita quando Andiamo ad acquisire investimenti. Abbiamo sempre pensato che questo tipo di campagna fosse ideale per il nostro tipo di azienda. Molto simile al crowdsourcing che utilizziamo sulla piattaforma per acquisire driver. Io ho dieci anni di esperienza nell’imprenditoria, ma non ho mai avuto necessità di attirare capitali o investitori. Pertanto la mia expertise si concentra soprattutto sul fondare e far crescere un’impresa piuttosto che acquisire capitali. Una piattaforma di crowdfunding non è facile, ma permette un accesso leggermente meno complicato a coloro che non hanno esperienza nella gestione del fundraising.
Qual è il vostro posizionamento nel mercato rispetto ai concorrenti?
Difficile da dire. Siamo la sola azienda britannica che fornisce questo tipo di servizio. Fuori Londra e in alcune altre città siamo addirittura leader di mercato. Siamo anche l’unica azienda che si concentra in maniera specifica sulla spesa di tutti i giorni. Noi vogliamo specializzarci molto bene su questo segmento ed essere più veloci di chiunque altro sui tempi di consegna.
Il settore food delivery dove sta andando? Uber Eats ed altri top player sono scesi in campo e ci si aspetta che rivoluzionino drasticamente il mercato, come vedi la competizione?
Pensando un po’ fuori dagli schemi, posso dire che andremo a vedere un declino nel fattorino tradizionale che porta a termine la consegna su un ordine takeaway classico. Ci sarà invece un servizio di terze parti efficiente, condiviso (simile a Deliveroo) ma fornito da Just eat oppure Uber. Non credo comunque che nessuno di questi ultimi vada ad avere un impatto negativo su Deliveroo che ha creato un valore aggiungo specifico grazie alle partnership con i ristoranti di lusso.

Trend (%) di variazione della dimensione del mercato food delivery negli ultimi cinque anni. Negli USA si registrano i ritmi di crescita più vertiginosi, l’Europa occidentale aumenta ma a tassi contenuti. Rispetto alla media annuale globale l’andamento è molto interessante.
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