Nell’ultimo Christmas Special abbiamo suggerito tre progetti di crowdfunding su cui scommettere perché destinati a definire nuovi standard nei settori di riferimento. In particolare Qube sembrava promettere nuovi orizzonti per il mercato americano della smart home, che vanta ormai competitor agguerriti sia tra i colossi più affermati, come Samsung, Philips, che tra le startup che offrono prodotti e servizi innovativi. Qube è una startup di San Francisco che promette di lanciare sul mercato una lampadina smart ultra economica e molto più facile da installare, integrare ed utilizzare rispetto ai concorrenti attualmente disponibili sul mercato. In particolare lancia un guanto di sfida a Philips Hue, il sistema di smart lighting più affermato. L’obiettivo finale dell’azienda è consentire all’utente medio di attrezzare una smart home facilmente grazie ad un sensibile abbattimento dei costi e all’eliminazione della necessità di acquistare anche un hub centralizzato per governare le lampadine smart. Una sorta di via democratica alla smart home e all’implementazione casalinga della Internet Of Things.

Le specifiche di Qube
Quello che ha destato il nostro interesse qualche mese fa si sta consolidando: Qube ha raccolto oltre 317.000 dollari con la campagna di crowdfunding arrivando a superare il 500% dell’obiettivo iniziale dimostrando un interesse febbrile da parte dei consumatori. Il lancio del prodotto è in programma nella prossima estate, ed avrà una gamma di funzioni equivalente a Philips Hue, compresa la tanto apprezzata paletta di 16 milioni di colori disponibili per un lighting design da professionisti.
Qube si connetterà via Bluetooth al network wifi già esistente negli ambienti di utilizzo, di fatto trasformando un semplice router nell’hub di controllo dei dispositivi smart home. Un passo avanti considerevole se pensiamo che lo starter kit della Philips costa circa duecento dollari (le lampadine singole circa 60 dollari) ed ha bisogno di un hub compreso nel prezzo per funzionare a dovere. Se Qube riesce a mantenere, tra le varie promesse, anche quella di avere una affidabilità infinita (circa 50.000 ore di utilizzo e oltre 27 anni di vita utile), allora saremo di fronte ad un bel terremoto per il mercato.

Le caratteristiche chiave lo rendono estremamente competitivo con Philips Hue e gli altri prodotti già consolidati sul mercato
Qube deve però affrontare anche un’altra sfida: l’avvento della produzione su misura anche con piccoli quantitativi di hardware, unita alla diffusione dei dispositivi mobili, ha di fatto incrementato enormemente per i newcomers la possibilità di colmare il divario competitivo con i player già affermati, portando innovazione tecnologica in breve tempo. La stampa 3D non farà altro che imprimere una ulteriore accelerazione a questo fenomeno, con il risultato finale di abbattere notevolmente i margini di profitto e competitività che si possono acquisire nel settore, ed una pressione sui prezzi che già è molto alta.
Il mercato dell’illuminazione nei soli Stati Uniti si aggira intorno ai 20 miliardi di dollari di volume complessivo, ma è ormai un settore in cui il margine di profitto è relativamente limitato. Il contesto è quindi mutato drasticamente dal lancio di Philips Hue nel tardo 2012, che ormai fronteggia l’erosione finale di quel vantaggio competitivo dato dall’innovazione tecnologica e dalla distanza tecnica considerevole dei concorrenti. I nuovi concorrenti, però, si trovano alle prese con un panorama molto peggiore se consideriamo i bassi margini di profitto ormai disponibili.
Non è facile, anche se non è mai facile.