Iran: il Made in Italy in vetrina a Teheran

Si è appena conclusa la missione imprenditoriale in Iran, guidata dal Vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ed organizzata insieme all’ICE – Italian Trade Agency, Confindustria, ABI, Unioncamere e MAE.

iran landmark cutAutomotive, industrial machinery, materiali da costruzione, settore medicale, energie rinnovabili, oil & gas i settori focus di una missione senza precedenti nel paese, che ha coinvolto oltre 180 imprenditori italiani, 20 associazioni di settore, e 12 gruppi bancari tra i maggiori del paese. Una vetrina per il Made in Italy in un paese target in cui l’obiettivo dichiarato del Sistema Italia è ritornare agli oltre 6 miliardi di dollari USA di interscambio commerciale precedenti le sanzioni internazionali, ora ridotti ad appena un sesto del volume passato.

Il ministro iraniano dell’Industria, delle Miniere e del Commercio, Mohammad Reza Nematzadeh durante il forum ha chiarito il ruolo economico e internazionale a cui ambisce Teheran appena rimosse le sanzioni internazionali: l’Iran diventerà rapidamente “un hub per raggiungere i mercati degli altri Paesi che circondano l’Iran”. Dopo il patto con la comunità internazionale del luglio scorso, fortemente voluto dagli USA nonostante la posizione avversa di Israele (basti ricordare l’intervento memorabile di Netanyahu al Congresso USA).

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Mohammad Reza Nematzadeh, Minister of Industry, Mine and Trade of Iran  (AP Photo/Ronald Zak)

Il messaggio è chiaro: l’Iran non vuole essere solamente un mercato di conquista ma guarda con attenzione ai partnership e investimenti per crescere e sviluppare la propria forza industriale menomata dal lungo periodo di stallo indotto dalle sanzioni. In questa direzione vanno i quattro memorandum d’intesa siglati domenica: due per il settore conceria, uno per il marmo e uno tra il museo di Roma Maxxi e il museo di Arte Contemporanea di Teheran. Nel primo caso si tratta di intese per la formazione tecnica e manageriale e l’ammodernamento tecnologico, mentre per il settore marmo del trasferimento di know-how e formazione tecnico-scientifica, e infine di un primo passo verso una vera e propria partnership culturale.

 

Implementazione dell’accordo e rimozione delle sanzioni internazionali

In questo momento l’accordo finalizzato a luglio scorso è entrato ad ottobre nella fase di adoption che ha visto l’implementazione negli ordinamenti europei e statunitensi degli atti legali che sanciscono la rimozione della maggior parte delle sanzioni economiche e finanziarie, comunque congelate sino all’avvenuto placet dell’AIEA a seguito della verifica dei primi impegni assunti dall’Iran sul programma nucleare. Banche, imprese e istituzioni guardano al periodo gennaio/febbraio 2016, quando il c.d. implementation day a seguito del via libera dell’AIEA dispiegherà i propri effetti immediati sulla rimozione delle misure restrittive in ambito finanziario. Sarà quindi possibile trasferire e ricevere denaro dal paese, senza complicate triangolazioni, e saranno liberi i rapporti interbancari ed i servizi finanziari legati ad azioni e obbligazioni, oltre che la rimozione del ban sull’import/export del settore oil & gas [qui disponibile la documentazione ICE al riguardo].

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Iran Khodro

Forti le aspettative su tutti i settori focus della missione, con un ruolo fondamentale del settore automotive in un paese che ambisce a consolidare la propria presenza tra i primi produttori di automobili al mondo (Iran Khodro e SAIPA i top player locali), in cui le aziende italiane del settore comprese le PMI legate al segmento auto parts possono davvero cogliere importanti opportunità d’affari.

 

Il settore edilizia: potenziale interessante

Le aziende del settore edilizia hanno avuto la duplice opportunità di partecipare ad una sessione di incontri B2B con controparti iraniane del settore materiali e tecnologie da costruzione, e di essere coinvolte in una visita con incontri d’affari mirati presso l’Associazione Iraniana dei costruttori edili (omologa dell’italiana ANCE, per intenderci), che ha tra i propri soci e organi istituzionali i massimi imprenditore del settore attivi con progetti di edilizia residenziale, commerciale, e per la comunità (università, infrastrutture, community buildings, etc.).

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La nota di mercato messa a disposizione da ICE [qui la notaqui la documentazione pubblica a supporto della missione imprenditoriale] evidenzia un dato su tutti: i progetti in fase di startup nel paese registrano un trend di crescita del +10,5% rispetto all’anno precedente, per un valore di  quasi 490 miliardi di Rials, pari a un quarto del volume totale del mercato. Anche la dinamica degli investimenti è interessante: oltre 21 miliardi di dollari USA nel 2014 con un tasso medio di ROI pari a circa il 30%, in un paese dove il fabbisogno annuale di unità abitative è stimato in oltre 750.000 alloggi l’anno ed è soddisfatto ad un tasso di andamento inferiore di circa il 27% rispetto alle reali necessità. Le aziende italiane  del settore machinery  possono guardare con attenzione all’industria marmifera iraniana (per l’export delle tecnologie Made in Italy all’avanguardia) come dimostra il MoU siglato da Confindustria Marmomacchine che getta le basi di una stretta sinergia in tal senso con la propria controparte locale.

 

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Dalla nota di mercato ICE appare evidente il potenziale del settore edile e del mercato immobiliare in generale – [iran2015.ice.it]

Gli spazi per le aziende italiane, che hanno consolidato asset competitivi soprattutto nella fascia alta e luxury, possono trovare spazio in un progressivo dinamico sviluppo del paese, interpretando anche la necessità di reinventare l’urbanistica cittadina secondo standard internazionali di alto livello, come dimostrano ambiziosi progetti portati a termine nel paese come il Tabiat bridge di Teheran, il Pars Five Stars Hotel la University of Broadcasting. Il primo ha avuto anche una storia con una forte eco internazionale, inaugurato con grande sfarzo è stato progettato dalla ventiseienne Leila Araghian che ha avuto importanti riconoscimenti internazionali. Un ponte della natura avveniristico, che unisce due parchi e diventa un luogo d’aggregazione su più livelli con ristoranti, negozi, passeggiate, caffè letterari. Un luogo unico in una città senza un centro e con uno sviluppo urbanistico frenetico che, unito al traffico indomabile, l’ha resa un non luogo troppo spesso alienante e mai a misura d’uomo. Un landmark dell’architettura che incarna il forte dinamismo del paese, determinato ad avere un ruolo regionale e internazionale di primo piano, ed interpretare le ultime tendenze dell’architettura e dell’edilizia contemporanea.

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