Molto spesso ci capita di inciampare in dispositivi smart che poi si rivelano tutt’altro che intelligenti. Solo tecnologia ordinaria che complica la nostra quotidianità ed aggiunge stress al nostro menàge di tutti i giorni. I sistemi di smart home mirano proprio a semplificare la nostra vita quotidiana consentendoci di liberarci dalle incombenze di tutti i giorni e dedicare il nostro prezioso tempo libero alle passioni e gli interessi che ci troviamo a trascurare sempre di più.
Point è uno smart house sitter, un silenzioso assistente hi-tech, sviluppato da Form Devices: un team di ex dipendenti della Apple, navigati imprenditori, professionisti della sicurezza che producono da tempo sistemi di elettronica di consumo su larga scala. I ragazzi di Form Devices sono da mesi a Shenzhen grazie al progetto Haxlr8r, uno dei migliori hardware accelerator del mondo che mette in condizione imprenditori e startupper di produrre. Hanno lanciato di recente, con una campagna su Kickstarter, il loro prodotto di punta Point: un dispositivo in grado di ascoltare i suoni e percepire odori e movimenti all’interno di un ambiente domestico, identificando eventuali problemi o anomalie.

Point il dispositivo sviluppato da Form Devices
Point combina tutti i dati ottenuti attraverso i propri sensori con i suoni dell’ambiente domestico trasformandoli in informazioni importanti per la vita di tutti i giorni: ospiti in arrivo, guasti o rotture, allarmi anti incendio, e tutte le preoccupazioni che ci portiamo dietro quando lasciamo casa. L’utente è in grado di gestire semplicemente il tutto attraverso il proprio smartphone agendo su interruttori digitali e impostando reazioni e notifiche in un ambiente perfettamente personalizzabile.

Nils Mattisson – founder di Form Devices
Abbiamo intervistato Nils Mattisson (founder di Form Devices) che ha iniziato ad Apple nel 2006 nel team responsabile dei prototipi e delle nuove idee prodotto, per poi lasciare l’azienda di Cupertino nel 2013 per fondare la propria startup. Gli abbiamo chiesto di trasmetterci la sua visione del settore home automation con uno sguardo visionario sul futuro del mercato e dell’innovazione.
Come è nata la tua idea? Raccontaci le prime esperienze con Form Devices e i primi passi della tua avventura imprenditoriale.
Volevamo qualcosa che fosse fatto apposta per noi e per la nostra serenità di spirito. Qualcosa che ci consentisse di stare tranquilli quando siamo fuori casa. Eppure le nostre uniche opzioni, disponibili sul mercato, erano solamente complessi sistemi di sicurezza ed affini. Abbiamo pensato di fare qualcosa che fosse più semplice e definitivamente migliore. Mentre lavoravamo ai prototipi e parlavamo con varie persone delle loro esperienze domestiche, abbiamo realizzato che esistono molti posti che hanno bisogno di un qualche genere di sicurezza pur senza avere telecamere installate (hotel, appartamenti Airbnb, piccoli uffici, etc.). Abbiamo quindi sviluppato un sistema soft che è in grado di sollevarci da tante piccole preoccupazioni e incombenze quotidiane e, in alcuni casi, rimpiazzare sistemi complessi con un approccio molto meno invasivo rispetto a quanto è disponibile sul mercato.
Come hai gestito le tue necessità finanziarie? Avete fatto affidamento su un ambiente favorevole alle startup?
Kickstarter ci consente di avere un primo ed immediato feedback dagli utenti. Un approccio decisamente interessante allo sviluppo dell’hardware che consente di consegnare velocemente e produrre in scala gradualmente. I fondi che otteniamo dalla campagna di crowdfunding ci permette di produrre e anche ampliare il nostro team. Fino ad ora Point è stata sviluppata utilizzando capitale nostro oltre ad un investimento contenuto di SOSVentures.
Point è una soluzione molto smart. Viene però lanciata in un mercato estremamente competitivo. Considerando i recenti enormi investimenti nell’home automation, qual è il vostro valore aggiunto? Come vi differenziate?
Point utilizza sensori altamente avanzati per intercettare avvenimenti importanti come, ad esempio, la rottura di un vetro o la presenza di persone, ovviamente esiste un ampio database di avvenimenti che continua a crescere. Dal momento che il riconoscimento avviene direttamente nel dispositivo, nessun dato sensibile viene inviato al cloud. Nessun prodotto disponibile sul mercato è in grado di lavorare in questo modo. Significa che non avrai una foto “scomoda” pubblicata sul web senza il tuo consenso.
Point inoltre si collega tramite WiFi, non ha quindi bisogno di hub ed è virtualmente senza manutenzione. Puoi installarlo e dimenticartene. Devi solo sostituire le batterie una volta l’anno.

Il cruscotto di Point su uno smartphone
In base alla tua esperienza, quali saranno a tuo avviso le tendenze destinate a prevalere nel mondo della home automation?
Stiamo assistendo ad un mercato in cui ci si concentra sulla domanda “cosa è possibile?” piuttosto che su “di cosa abbiamo realmente bisogno?”. Per questo ritengo che i prodotti di successo saranno quelli in grado di mettere al centro le persone e i loro ambienti domestici.
Google ha acquisito Nest di recente che ha a sua volta acquistato Dropcam e lanciato il proprio smart smoke alarm detector e, poche settimane fa, puntare su Revolv ed il suo hub per la domotica. Altri big player stanno investento in maniera massiccia nel mercato, cosa sta succedendo? Cosa vedi nel futuro dell’home automation?
Nel futuro vedo dispositivi che, come Point, saranno progettati per essere invisibili, non invasivi e semplici da utilizzare. Gran parte dei prodotti attuali sono veramente molto stupidi: sensori che riempiono il cloud di dati, aggiungendo altre informazioni grezze alla mole già presente. La sfida del futuro è costruire piattaforme che, come Point, siano in grado di rappresentare soluzioni che uniscano un’elevata capacità di elaborazione al risparmio energetico. E’ uno sforzo ingegneristico non indifferente, che spesso non appare nel marketing del prodotto, ma contribuisce a migliorare nettamente l’esperienza del consumatore, che è il nostro obiettivo primario.
Se rifletti sullo sviluppo futuro della tua azienda, pensi ci sia spazio per la collaborazione con altri attori del mercato oppure la possibilità di evolvere verso una più ampia offerta di prodotti nel vostro catalogo?
Certamente c’è spazio per integrarsi con gli altri. Intanto noi stiamo fornendo una piena integrazione del sistema con IFTTT al fine di garantire la possibilità di utilizzare Point in associazione con altri dispositivi e servizi. Questa è una parte soltanto della strategia che mira a collegare Point ad ecosistemi più ampi e strutturati. In futuro sarà sicuramente possibile vedere una sempre maggiore integrazione e collaborazione che sarà l’aspetto più rilevante dal punto di vista della clientela. E poi…abbiamo diverse idee di nuovi prodotti in cantiere.
I maggiori protagonisti del contract internazionale sono proprio negli Stati Uniti. Grandi studi di architettura come Gensler, Klingstubbins – Jacobs, Cannon design e molti altri. Lavorano su specifica del committente per progetti chiavi in mano di hotel, edifici commerciali ed aziendali, community buildings, e infrastrutture. Point potrebbe davvero rappresentare una soluzione all’avanguardia per progetti contract di questo genere, non credi? Avete già attivato questo canale?
Certamente ci rendiamo conto del potenziale di una collaborazione con qualsiasi partner al fine di portare Point nelle case, negli uffici e in tutti gli spazi dove non sono necessari elevati sistemi di sicurezza oppure c’è possibilità di rappresentare una soluzione complementare. Tutto questo è sulla nostra agenda. Ora ci stiamo però concentrando sull’obiettivo di garantire la migliore esperienza per i nostri utenti. I nostri clienti pilota del mondo corporate riceveranno i loro dispositivi ad aprile prossimo, e non vediamo l’ora di lavorare con loro e monitorare l’utilizzo di Point.