L’industria cleantech attrae un enorme flusso di investimenti in tutti i settori. Segnali recenti sono il successo di startup per lo storage di energia e smart grid come Primus Power oppure produttori USA come Ioxus che ricevono fondi della Banca Mondiale per entrare nel mercato cinese dei bus ibridi.
Come possiamo rendere più efficiente il nostro consumo energetico? Questa è la domanda che anima molti attori dell’industria cleantech e che ha portato il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti a investire sempre di più nell’American Energy Data Challenge, l’award più importante per le startup che innovano nel segmento energetico.
Abbiamo intervistato Curtis Tongue co-founder di Ohmconnect, startup statunitense che ha vinto l’award del Dipartimento dell’Energia ed ha trionfato anche allo SfunCube hackathon grazie al suo prodotto rivoluzionario. Ohmconnect è la soluzione ponte tra la smart-home e la smart-grid: la rete elettrica/energetica intelligente. [qui il loro video su Vimeo]
Come è nata la vostra idea?
Stavo lavorando ad un progetto di monitoraggio dell’impronta ecologica e al coaching specifico per la sua riduzione. Matt, il mio socio, si occupava da oltre 7 anni di trading energetico ed era recentemente stato a DataRaker, un’azienda di analisi energetica [acquisita da Oracle NdA]
Abbiamo quindi cominciato a lavorare insieme a SFunCube, il solar hackathon, realizzando una applicazione per gestire in maniera intelligente gli orari di funzionamento delle apparecchiature domestiche per massimizzare l’utilizzo di energia solare. Vinto l’hackathon abbiamo deciso di continuare a collaborare fondando Ohmconnect.

I fondatori di Ohmconnect
Come gestite il vostro rapporto con l’ambiente delle startup e i fondi di finanziamento?
Dopo la vittoria allo SFunCube abbiamo deciso di stare a vedere quanto avremmo potuto sfruttare la leva finanziaria di altri programmi in favore della tecnologia innovativa. Abbiamo quindi partecipato all’American Energy Data Challenge del dipartimento USA per l’energia e siamo stati selezionati all’interno di 500 startup l’acceleratore di startup di Dave McClure a San Francisco, che ci fornisce parte del finanziamento, servizi di coaching e una rete di relazioni nella valley per aiutarci a catalizzare nella maniera più efficace la nostra crescita [interessante anche l’articolo in proposito uscito su GigaOM NdA]
Ohmconnect è una soluzione molto intelligente per trasformare le nostre case in un impianto energetico virtuale integrato nella “smart grid”. Qual è il valore aggiunto del vostro prodotto?
In pratica stiamo scavalcando i provider di energia elettrica vendendo direttamente nel mercato dell’energia, che è l’approccio più rivoluzionario finora esistente nel nostro settore. Stiamo costruendo, essenzialmente, una centrale elettrica che non ha infrastrutture o costi di mantenimento, se non quelli di mantenimento dei nostri server. Con i dispositivi smart che cominciano a popolare le nostre case, come Nest , i veicoli elettrici EcoBee, Belkin, e molti altri, c’è un’opportunità enorme di connettere la nostra smart home alla smart grid, la rete energetica intelligente.
Quali sono le tendenze che stanno guidando il mercato cleantech?Chi sta portando avanti i progetti più interessanti?
Il nostro è da sempre un settore estremamente capital-intensive, dove sono necessari miliardi di dollari per implementare nuovo hardware e nuove infrastrutture. Ci sono al tempo stesso molte soluzioni innovativi nel campo dell’hardware come, ad esempio, il cleanweb che vanta una relazione estremamente asimetrica tra costi e benefici dato che sfrutta hardware pre-esistente garantendo ritorni enormi rispetto agli importi investiti. Noi siamo sicuri che questo sarà uno dei driver più importanti di tutto il settore.
Google ha recentemente concluso l’acquisizione di Nest, e molte altre grandi aziende stanno investendo nell’home automation. Che ne pensi? Quale futuro ci dovremmo aspettare per l’home automation?
L’home automation è sempre stata al centro dei nostri progetti e il successo di Nest ne ha finalmente confermato la portata innovativa. Una delle carenze del settore è che troppo spesso c’è automazione fine a sè stessa. Non vogliamo dire che non sia confortevole tornare a casa dopo un lungo viaggio e trovarla già riscaldata al livello ottimale, ma il valore reale di servizi del genere si misura in base alla reale connessione con la rete.
Questo è il ponte che Ohmconnect sta cercando di costruire.
Raccontaci i risultati più importanti che avete raggiunto, gli ostacoli più difficili da superare e le esperienze più divertenti.
Stiamo assistendo ad una risposta fenomenale alle nostre sollecitazioni, con una crescita di oltre il 20% ogni settimana, grazie ai moltissimi utenti che stanno connettendo I loro dispositivi domotici.
L’aneddoto più esilarante risale senza dubbio a fine dicembre scorso. Stavamo lavorando da un mese al prodotto, eppure nessuno aveva iniziato ad utilizzarlo. Matt e io ci siamo seduti ed abbiamo iniziato a chiederci se veramente importasse a qualcuno quello che stavamo facendo. Abbiamo addirittura pensato ad un drastico cambiamento della direzione in cui stavamo andando o addirittura di cassare del tutto il progetto.
Proprio la stessa sera è arrivato un email dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che ci comunicava di aver vinto l’award. Il giorno successivo siamo stati accettati all’interno dell’acceleratore 500 startup.
La morale della storia? Le startup sono come le montagne russe: non è roba per deboli di cuore.