In Italia se ne parla ancora troppo poco, ma la ricerca e lo sviluppo nell’ambito delle tecnologie big data sta offrendo soluzioni rivoluzionarie ad aziende ed imprenditori dei settori più diversi. Volendo semplificare al massimo, per big data si intende l’attuale universo di dati e informazioni pubbliche presenti su internet, catalogabili in immensi data set. Uno status pubblicato sui social network, un acquisto online, un post in un blog vanno a comporre un mosaico infinito e non strutturato nel quale individuare relazioni e collegamenti preziosi con apposite tecnologie. Una risorsa che, in potenza, può rivelarsi una fonte preziosa di insight e analisi per aziende che stanno definendo strategie finanziarie, di marketing, o di R&D dei propri prodotti.
Il panorama di startup che stanno trainando il settore, in USA soprattutto ma anche in Europa, è vasto e molto interessante. Senz’altro una delle realtà più entusiasmanti è Kuldat, che offre una suite di strumenti di analisi destinata a PMI ed aziende strutturate che intendono utilizzare un “analista virtuale” per comprendere il mercato di riferimento, segmentare efficacemente il proprio target, anticipare le mosse dei competitor, o svelare bisogni latenti dei consumatori.
Visto il successo della rubrica Startup look-up!, dopo l’ottima esperienza della SMAU di Roma, abbiamo intervistato Marco Visibelli, CEO di Kuldat, che ci ha svelato tendenze e caratteristiche chiave del settore, trasmettendoci l’entusiasmo di una scommessa imprenditoriale che intende rivoluzionarie le pratiche classiche e consolidate del business italiano ed internazionale.
Come nasce l’idea di Kuldat e la scommessa di investire nei Big Data?
L’idea nasce nel 2012 e per molto tempo in pochi sapevano che in realta’ il progetto riguardava i big data. Abbiamo lavorato in stealth mode per piu di un anno migliorando la tecnologia e mostrando a poche persone i risultati. Tutto e’ nato dalle mie precedenti esperienze professionali, in cui avevo gia’ lavorato con sistemi di big data specialmente nella finanza, settore nel quale avevo visto una grande attenzione in tale tecnologia e relativi investimenti. Ma nell’ambiente aziendale mi e’ sembrato che in pochi realmente utilizzassero queste tecnologie, anche perche’ allora erano poche le applicazioni pratiche di valore.
Da qui, dunque, e’ nata l’idea di trovare un metodo per aiutare le aziende a trovare nuovi modi per svilupparsi commercialmente, supportandole a capire i clienti e i mercati di riferimento utilizzando i dati disponibili su internet. L’interesse, infatti, fin da subito e’ stato alto e siamo riusciti velocemente a raccogliere i capitali necessari per far partire l’azienda.
Qual è il valore aggiunto di Kuldat? Quali vantaggi competivi offrite al vostro target aziendale?
Kuldat aiuta le aziende a trovare nuovi modi per svilupparsi commercialmente fornendo le informazioni che costerebbero molto alle aziende in termini di tempo e denaro. Le aiuta a comprendere i mercati di riferimento, i prodotti che le persone comprerebbero e le mosse dei player di vari settori specifici. Kuldat non si limita ad analizzare i social come fonte di informazioni, ma sonda ogni giorno piu di 62.000 risorse online, alla ricerca di informazioni che possano essere utili per capire meglio il mercato, anticipare le mosse dei competitor, comprendere i bisogni latenti dei consumatori. E’ come avere a disposizione un “analista virtuale” esperto di diversi mercati e settori, che sulla base delle proprie necessita’, supporta a tracciare e ad elaborare quello che succede intorno.

Kuldat – un esempio di cruscotto analitico dal sito dell’azienda
Quali sono le opportunità di sviluppo per i vostri servizi in Italia? Quali le difficoltà maggiori? Quali i target più interessanti?
Abbiamo iniziato a commercializzare il prodotto in Italia non solo per testare le ipotesi commerciali, ma anche perche’, fortunatamente, c’e’ molto interesse nei confronti di questi strumenti. Le aziende in Italia per anni hanno potuto evitare una vera competizione e ora si ritrovano senza aiuto a dover commercializzare i loro prodotti in un mercato internazionale estremamente competitivo. Per aziende spesso familiari che producono prodotti che vanno dalle materie prime alla manifattura e che si confrontano con molti concorrenti internazionali, avere un applicativo che le aiuti anche soltanto a capire quello che sta succedendo nel loro settore puo’ essere vitale e di grande importanza. Il nostro target ideale? Sicuramente le PMI che producono in settori poco noti e che cercano di migliorare le attivita’ commerciali specialmente verso l’estero, ma anche le grandi aziende che si scontrano quotidianamente con grandi player del mercato internazionale e consumatori sempre piu’ esperti.
Negli USA abbiamo assistito a interessanti flussi di investimento per finanziare startup del vostro segmento e player molto interessanti (come Palantir ad esempio) che utilizzano la teoria dei network per fornire insights e sistemi di analisi molto efficaci e concreti. Come vi posizionate in questo microcosmo? Quali sono i player che ritenete abbiano il potenziale innovativo più interessante?
Aziende come Palantir stanno di sicuro facendo un ottimo lavoro nel creare soluzioni sempre piu avanzate e modelli sempre piu interessanti per analizzare i dati. Altri player come Tellapart procedono in una direzione piu simile alla nostra cercando di supportare le aziende nel migliorare i loro risultati commerciali, andando pero’ ad elaborare i dati di vendita che purtroppo gli utenti devono fornire collegando i loro sistemi interni. Il problema che vediamo attualmente relativo ai progetti di big data e’ che spesso possono facilmente costare milioni e quindi non sono certamente alla portata di tutti. Inoltre non bisogna scordare che questa e’ la prima generazione di questi sistemi e il rischio di non avere un ritorno degli investimenti e’ altissimo.
La nostra strategia e’ quella di portare tale tecnologia in un mercato ampio senza i costi tipici di questi progetti. Questo e’ possibile grazie all’elaborazione quotidiana di dati pubblicamente disponibili su internet. Immaginiamo di poter combinare delle informazioni demografiche con quelle di possibili punti di vendita, di analizzare i commenti sui blog dei consumatori riguardo a certi prodotti o anche semplicemente di comparare l’offerta commerciale dei competitor per certi prodotti e i loro relativi lanci. Tutte queste sono informazioni gia presenti sul web a cui i nostri sistemi possono aiutare a dare un senso.

Tellpart sviluppa soluzioni di analisi da implementare nel marketing aziendale per personalizzare l’esperienza del cliente ed incrementare le proprie vendite
Quali sono le tendenze più innovative e rivoluzionarie, a vostro avviso, nel segmento dei Big Data? Chi sta plasmando il futuro del mercato?
Personalmente sono molto entusiasta di questo periodo perche’ finalmente si iniziano a vedere soluzioni davvero interessanti, che un giorno si spera diventino davvero utili. Personalmente ammiro tantissimo (anche se non per purissimo big data) il progetto Watson della IBM, il primo sistema cognitivo capace di processare le informazioni come un essere umano. Il sistema e’ diventato famoso perche’ e’ stato capace di battere l’uomo in un quiz a premi chiamato Jeopardy. Le applicazioni pratiche si vedranno ben presto e vanno dalla diagnosi delle malattie dei pazienti alla ricerca nel campo delle biotecnologie. Altre progetti che ho apprezzato per il coraggio e l’originalita’ sono Stylesight e WGSN , aziende che cercano di prevedere i trend della moda. Personalmente penso che in questa generazione i progetti di big data devono dimostrare il loro valore e la chiave e’ trovare delle applicazioni pratiche di successo. Chi sta plasmando il futuro? E’ ancora tutto da vedere anche se le persone dimenticano che probabilmente la piu grande azienda di “Big Data” e’ proprio Google. Per fare un esempio forse non molti conoscono Hadoop, che e’ uno dei framework piu utilizzati nei big data e si inspira a MapReduce di Google. Comunque non penso che Google stara’ a guardare passivamente quello che sta accadendo.
Raccontateci le difficoltà maggiori, le sfide più avvincenti e…gli aneddoti più divertenti della vostra avventura imprenditoriale.
La maggiore difficolta’? Trovare degli sviluppatori bravi. Ormai trovare gli sviluppatori di primo livello e/o data scientist e’ diventato come ingaggiare delle rock star. Per fortuna, dopo il primo round di finanziamento, siamo riusciti a trovare alcuni dei migliori sviluppatori e sono contento del team che abbiamo formato. Una cosa buffa e’ che al momento lavoriamo tutti in remoto, utilizzando chat, mail e call. Una dei miei collaboraticri e’ stata assunta, abbiamo lavorato per sei mesi prima di incontrarci fisicamente per la prima volta.

Vi ricordate il film Brazil di Terry Gilliam? Beh, l’incubo orwelliano del Ministry of Information che dominava il film partiva proprio dagli schedari infiniti e futuristici sui cittadini. Ovviamente…è tutta un’altra storia!