Google ha appena stretto un accordo per l’acquisizione di Nest per 3.2 miliardi di dollari. Un passo importante non solo nel business dell’home automation, ma nel campo della Internet of Things: la rivoluzione tecnologica che sta trasformando gli oggetti quotidiani in un insieme di dispositivi connessi ed intelligenti. Le prospettive sono molteplici a breve termine e nel lungo periodo, ed il panorama delle startup che guidano l’innovazione è ricco e molto interessante, come abbiamo visto nelle panoramiche sull’home automation, sui nuovi outsider e nell’intervista ad una delle più interessanti realtà europee.

Il termostato intelligente di Nest
Nest Labs ha lanciato nel 2011 un termostato intelligente, dal design accattivante, in grado di offrire semplicità d’uso e risparmio energetico grazie ad un’interfaccia amichevole e perfettamente integrata con i dispositivi mobili. Dopo aver ottenuto cospicui finanziamenti nei vari round per le startup USA nonchè iniezioni di fiducia da consumatori, stampa specializzata, ed osservatori, ha rivoluzionato anche il segmento della sicurezza antincendio con i propri smoke detectors. Una direzione di sviluppo che apre interessanti prospettive nel contract e nei progetti chiavi in mano per il settore alberghiero, residenziale e corporate, le cui specification sono in mano ai grandi studi di architettura USA che gestiscono commesse a livello globale.

Il nuovo prodotto lanciato da Nest: lo smoke detector. Un passo importante anche nel mercato del contract chiavi in mano
Tony Fadell, CEO di Nest Labs, ha avuto un ruolo concreto e di grande ispirazione alla Apple nella creazione dell’iPod (l’Economist ha tessuto le lodi del creator of iPod), che ha dato nuova forma al nostro modo di concepire ed ascoltare la musica, svelando prospettive di business illimitate che hanno dato nuova linfa ad un settore tradizionalmente diffidente verso il digitale.

Tony Fadell – CEO di Nest Labs
Le prime tematiche scottanti saranno due: il miglioramento del software Nest, che ha destato parecchie critiche dividendo la platea degli utenti, e la gestione delle battaglie legali sui brevetti generate dalla reazione rabbiosa della Honeywell, azienda leader nel settore, al lancio rivoluzionario del termostato intelligente. Entrambe le sfide non saranno certo disattese: le risorse non mancano, e bisognerà rispondere anche agli interrogativi che animano gli osservatori riguardo l’identità di brand e di prodotto di Nest, oltre al futuro delle policy sinora adottate.
Non meno interessante andare a vedere i margini di guadagno dei fondi di venture capital che hanno creduto nella startup californiana sin dagli albori, con ritorni anche venti volte superiori all’impegno finanziario iniziale.
Il panorama dell’home automation è ancora più vasto e, a mio avviso, è interessante investire nelle startup che stanno sviluppando soluzioni rivoluzionarie di integrazione tra i diversi prodotti e protocolli di comunicazione dei dispositivi con hub centralizzati (come Revolv), o in sistemi ad “intelligence remota” di gestione del fabbisogno energetico (come ThinkEco). Tutti con enormi margini di sviluppo anche nel contract chiavi in mano, soprattutto quando diversi designer di rilievo parlano di “personalizzazione dell’hotel experience” e “tailor made solutions in community and corporate projects”.
Presto anche un approfondimento del panorama europeo (su startup look-up!) che sta offrendo soluzioni entusiasmanti e innovative.
Siamo solo all’inizio!
Sicuramente un mercato che sta crescendo.
Entro 10/15 anni la domotica farà parte della nostra vita quotidiana (di tutti!), e probabilmente soppianterà la leggenda del robot umanoide.In entrambe i casi si parla di robotica, argomento più che attuale.