Internet of things: il sogno di costruire un network evoluto di oggetti quotidiani in grado di assorbire e processare dati, allo scopo di migliorare la nostra vita quotidiana. Un concept affascinante alla base di interessanti progetti di ricerca e sviluppo della tech industry con effetti immediati su prodotti, soluzioni e servizi anche nell’ambito dell’interior design. In un articolo precedente delineavo una panoramica delle startup USA che, a mio avviso, avranno un effetto dirompente nel settore della home automation e nel settore abitare in generale. Prodotti come Philips HUE, startup come Revolv, tecnologie come il protocollo ZingBee che esprimono chiaramente la fisionomia delle innovazioni che vedremo nel futuro prossimo.
Torno sull’argomento dopo MADExpo 2013, la fiera internazionale dedicata ad architettura, design ed edilizia, e dove una consolidata realtà dell’home automation come Somfy ha presentato al mercato italiano TaHoma, un sistema integrato per la domotica, in uno stand interattivo decisamente suggestivo. TaHoma implementa il protocollo Z-Wave, una delle tecnologie wireless più all’avanguardia e energy saving del settore, ed è in grado di gestire in maniera centralizzata e remota dispositivi di illuminazione, riscaldamento/condizionamento, controlli motorizzati di porte, finestre, (che rappresentano da oltre 40 anni il core business dell’azienda).

Lo stand interattivo di Somfy a MADE Expo Milano 2013
In altri mercati il sistema non è certo una novità, TechCrunch ad esempio recensiva il sistema TaHoma e l’interfaccia web user-friendly ed innovativa già nel 2011.
Nel mercato USA la forza del prodotto risiede nel network capillare di installatori certificati e nei prodotti motorizzati già presenti da tempo nell’offerta del settore, oltre al prezzo indicativo di partenza di un pacchetto integrato sui 2.500 dollari circa. La possibilità di gestire programmi, operazioni automatiche, e l’interoperabilità dei vari dispositivi, insieme alla semplicità di utilizzo sono invece il valore aggiunto.
Ma simili prodotti pongono sempre un interrogativo destinato ad essere il punto di svolta del settore nell’immediato futuro: come garantire l’integrazione tra dispositivi differenti? Il mercato è infatti fortemente frammentato: migliaia di produttori, sistemi proprietari, protocolli differenti, tecnologie e dispositivi che non “si parlano”. L’effetto dirompente potrebbero averlo proprio startup come Revolv che propone un hub per la home automation che punta tutto su compatibilità universale e costo ridotto.
Dall’ultimo articolo in cui li ho citati, il team di Revolv ha presentato novità interessanti. Innanzitutto un sistema di prenotazione del prodotto che sta avendo un discreto successo, poi la partecipazione al CEDIA Expo di Denver (uno dei maggiori appuntamenti fieristici del settore home automation) dove hanno avuto ottimi riscontri dagli operatori del settore.

Il team di Revolv al CEDIA Expo di Denver, Colorado – USA
Nel frattempo la Harvard University (Joint Center for Housing Studies) ha presentato uno studio interessante sull’home automation alla conferenza semestrale Remodeling Futures. Lo studio, commissionato al gruppo Farnsworth, evidenzia come le tecnologie relative all’home automation rappresentano uno dei maggiori trend, insieme all’efficienza energetica, che domineranno il settore residenziale nei prossimi 5-10 anni. Oltre il 36% dei remodelers consultati nell’elaborazione dello studio, hanno affermato che l’home automation è il top trend dell’immediato futuro. Mentre il 41% degli architetti consultati ha confermato che oltre la metà dei progetti in cui sono impegnati implementa tecnologie di home automation.
Un orizzonte chiaro e denso di opportunità. Saranno integrazione, semplicità ed efficienza a fare la differenza. L’integrazione plug and play sarà l’asso nella manica che spariglierà il mercato. Oltre al retail, ora pesantemente dominato da colossi consolidati che offrono soluzioni di home automation (come AT&T My Digital Life, ADT Pulse, Verizon-Comcast Home Monitoring System, e altri in USA), l’implementazione nei progetti contract chiavi in mano (hotel, uffici / centri direzionali, navi da crociera) sarà il canale più promettente.
Ci sono poi alternative open source che in piena e vera filosofia internet of things lavorano con un protocollo che e’ il piu’ diffuso e funzionale ma il meno utilizzato nella domotica: il protocollo IP, lo stesso che state usando per arrivare a leggere questa pagina. L’azienda che lo usa e’ italiana, giovane, innovativa: http://www.unixmedia.it
Grazie del contributo. Penso che sarà interessante vedere la fisionomia del mercato fra qualche anno e gli standard che si andranno ad affermare.
Salve, la nostra società sta sviluppando un innovativo sistema domotico chiamato AlmaDom.us. La forza di questo sistema deriva dal fatto che non necessita nessun lavoro murario né installazione di nuovi cavi. Inoltre è un sistema estremamente economico se confrontato con la domotica tradizionale.
Abbiamo iniziato una campagna di crowdfunding su Indiegogo proprio oggi: http://igg.me/at/almadomus/x/3228335
Ciao Alessandro, grazie mille per la segnalazione! Ho visto il vostro video su Indiegogo e l’abstract del progetto che è molto interessante. Brillante l’idea di utilizzare le gang box pre-esistenti evitando hardware o operazioni invasive.
AlmaDom.us sarà compatibile con i dispositivi di terze parti? Come vi posizionate nel segmento dell’home automation? Come vi state promuovendo sui mercati UE (Spagna, Italia)?
Ciao Valerio. AlmaDom.us sarà compatibile con i dispositivi Z-Wave e se necessario potremmo implementare via software il protocollo KNX, anche se attualmente non lo riteniamo utile.
Il nostro target è principalmente l’utente finale data la semplicità di installazione del prodotto.
A livello europeo attualmente AlmaDom.us è compatibile con le scatole 503 standard italiano. Lo standard spagnolo (per quello che siamo riusciti a trovare in internet) è troppo piccolo per poter ospitare tutti i componenti che compongono AlmaDom.us.
Grazie delle precisazioni! Per completezza di informazione ho ritenuto opportuno pubblicare le vostre segnalazioni ed osservazioni anche nella versione inglese di questo post (http://wp.me/p2CSSk-2t). In bocca al lupo con la vostra campagna su Indiegogo! Teneteci aggiornati!
Grazie mille!