Prendere lezioni di economia aziendale da docenti di Harvard? Imparare linguaggi di programmazione attuali e indispensabili al MIT? Partecipare a corsi universitari su business management delle migliori università statunitensi della celebre Ivy League? Una velleità (o una necessità professionale) molto concreta grazie dal successo e l’evoluzione dell’e-learning attraverso i MOOC (Massive Open Online Courses).
Si tratta di corsi online di altissimo livello, tenuti da primari docenti di università top class, secondo una tendenza tutta americana lanciata dall’ambizioso progetto di Sebastian Thrun: Udacity.

Sebastian Thrun – Fondatore di Udacity (fonte: Udacity Vimeo)
Thrun, professore di robotica a Stanford una delle università più celebri al mondo (al terzo posto della classifica mondiale stilata dal Times Higher Education), ha iniziato nel 2011 a proporre alcuni corsi di informatica della sua cattedra attraverso un sito web molto elementare. Dopo soli sei mesi, nel gennaio 2012, Thrun decide di abbandonare la cattedra a Stanford e lancia il progetto Udacity: una piattaforma che offre liberamente e gratuitamente corsi online a studenti di tutto il mondo.
Ho sempre pensato di lavorare nella migliore università del mondo e di essere un bravo insegnante. Ormai, però, non posso più rimanere a Stanford. Sarei potuto tornare in aula a fare lezione a venti studenti. Ma ho fatto una scelta diversa, e ho scoperto il paese delle meraviglie!
Adesso Udacity offre decine di corsi online con video-lezioni, esercizi e test di valutazione ad oltre 160.000 studenti di oltre 190 paesi del mondo.
Il progetto ha avuto i meriti di trascinare i nomi più illustri del sistema formativo universitario degli USA. Ad esempio, una cordata di oltre trenta università tra cui Princeton, Columbia University NY, University of California San Francisco, University of Pennsilvania, Georgia Tech, ha preso parte al progetto Coursera: una piattaforma di “imprenditoria sociale” con la mission di diffondere formazione universitaria di altissimo livello a milioni di studenti in tutto il mondo.
Thrun si è ispirato alla Khan Academy, una organizzazione no-profit che vanta una biblioteca di oltre 3.900 video-lezioni online che coprono praticamente tutto lo scibile, offrendo un servizio più massivo e meno mirato, ma in grado di coinvolgere una community sterminata di discenti: dall’autodidatta all’insegnante, dallo studente all’adulto che intende aggiornarsi.
EdX è invece la piattaforma lanciata dal MIT (Massachusetts Institute of Technology) e dall’università di Harvard e conta diversi partner illustri tra cui Berkeley University. Anant Agarwal, ex direttore del laboratorio di Computer Science and Artificial Intelligence, è il primo presidente della piattaforma ed ha delineato alcune possibilità di business future compatibili con la natura no-profit del progetto. Nell’ottimo articolo di K.C. Redmon su Prospect UK (tradotto da Internazionale nel primo numero di settembre 2012), Mr. Aharwal ipotizza la possibilità di rilasciare certificati ed attestazioni di partecipazione ufficiali dietro pagamento di un compenso. Anche Coursera sta valutando l’opportunità di vendere i propri corsi (o il know how acquisito) ad università meno prestigiose o statali, conciliando obiettivi imprenditoriali con l’anima filantropica dei progetti MOOC.
Un ottimo compromesso è raggiunto da alcuni corsi proposti da Stanford, come il corso di Organizational Anlalysis del professor McFarland: un’introduzione ai vari modelli organizzativi sociali e alle reali possibilità di applicazione in sistemi, aziende e assetti sociali. Alla fine del corso, pur senza ottenere alcun certificato ufficiale, si riceve uno Statement od Accomplishment che se non altro può avere un certo valore nel curriculum formativo o professionale.
Aldilà dell’innegabile potenziale della mission alla base di tali progetti, in grado di diffondere istruzione secondaria di altissimo livello (o almeno di garantire un percorso introduttivo proficuo e di facile accesso), l’opportunità per studenti o figure professionali già formate è quella di garantirsi un aggiornamento professionale completo, competitivo ed accessibile. Un programmatore IT può imparare nuovi linguaggi di programmazione alla base di app e software d’avanguardia (come con la newyorchese Codeacademy); un export manager o marketing manager districarsi in modelli di business innovativi sperimentati nelle startup di maggior successo dalla Silicon Valley o negli altri mileu industriali più affermati del globo.
La timidezza delle università europee (Prospect UK offre un quadro della fredda accoglienza riscossa oltremanica riservata ai progetti sopra citati) può essere scossa dal terremoto del successo globale che riscuotono le soluzioni MOOC. In Italia inoltre la scarsa propensione ad investire nel capitale umano, nell’educazione, cultura e formazione (per non parlare dell’avversione a qualsiasi percorso di conoscenza su misura per il discente), può essere aggirata da chi è abbastanza avveduto da cogliere le opportunità al centro di questo patrimonio di conoscenza.
Un patrimonio che vola alto al di sopra del brusio del sovraccarico di informazioni che ci investe nell’era digitale, perché strutturato in maniera professionale e qualificata.
Articolo veramente interessante
Grazie Massimiliano, penso sia interessante considerare le varie nicchie di mercato e peculiarità delle diverse offerte di e-learning. Forse è un’opinione del tutto personale, ma credo siano utili soprattutto per aggiornamenti professionali di carattere tecnico/tecnologico. In altri ambiti penso siano strumenti utili soprattutto alla divulgazione.