Cina: precipitare scalando la piramide

Alla fine di settembre, con un corposo dossier pubblicato da Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale cinese, si annunciava in tutto il mondo la spettacolare caduta di Bo Xilai ex funzionario del Politburo nel PCC travolto da pesanti accuse giudiziarie.

L’Economist ha dedicato un ottimo articolo alla faccenda (ripreso anche da Internazionale il 5 ottobre scorso) ripercorrendo la storia dell’astro nascente della scena politica cinese che ha anche animato il dibattito interno tra i sostenitori del modello Guangdong (relativamente più liberale e democratico) e quelli del modello Chongqing (accentratore, autoritario ed attento alle istanze social) cui ho accennato anche nel precedente post sulla Foxconn.

La vicenda di Bo Xilai è legata sicuramente alla condotta della moglie Gu Kailai, condannata per l’omicidio dell’imprenditore britannico N. Heywood avvelenato come nelle migliori spy story d’annata, cui sono seguiti i disperati tentativi del marito di coprire il reato arrivando anche a chiedere asilo politico al consolato USA. Un’ottima finestra sull’interpretazione della caduta di Bo da parte dei media cinesi si ha sul magazine online Caixin che richiama anche echi recenti degli esiti della Rivoluzione Culturale e della campagna contro la “Banda dei Quattro” condotta nel periodo immediatamente successivo:

The facts of Bo’s wrongdoing made a joke of his public persona. He proved to be more deceitful than other corrupt officials, and more arrogant in his flagrant disregard for party discipline and the laws of the land. He should also be held responsible for stirring up political fanaticism and reviving ultra-left thought that worryingly recalled Cultural Revolution excesses.

L’aspetto più interessante della vicenda è da individuarsi senza dubbio nei tratti poco comuni del cammino verso il potere di Bo, che ha avuto la lungimirante ed innovativa idea di organizzare una vera e propria campagna popolare per la sua promozione all’interno dei ranghi di partito. Tra le mosse propagandistiche ha privilegiato le campagne contro le mafie locali, la corruzione nella polizia, e addirittura il recupero nostalgico di canzoni e leit motiv rivoluzionari dell’epoca maoista, affiancando alla campagna mediatica un intenso supporto alle istanze sociali legate al modello Chongqing (in cui è stato segretario del PCC dal 2007) come la lotta al divario economico tra i ceti più abbienti e quelli più poveri.

Alcuni osservatori occidentali si limitano a sottolineare la carica ambiziosa e la mancanza di discrezione nella strategia politica che ne ha scandito i successi decretandone infine la rovinosa caduta. Trascurano tuttavia, in massima parte, le conseguenze nelle correnti interne e nelle dinamiche di potere dell’apparato cinese, proprio alla vigilia del 18° Congresso Nazionale del politburo che avverrà nel mese di ottobre.

Un momento cruciale attende la Cina, ed il colpo di coda della romanzesca vicenda Bo Xilai sarà determinante.

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