Orizzonti incoraggianti: il Vietnam

In diversi settori economici europei, sia sulla stampa specializzata che nel tessuto imprenditoriale, la crescente ed ineludibile tendenza alla ricerca di nuovi mercati di sbocco si è concentrata spesso sui CIVETS (Colombia, Indonesia, Vietnam, Egitto, Turchia e Sudafrica) trasformando le previsioni algide degli economisti in risultati di business concreti.

Il Vietnam rappresenta uno dei mercati a maggior potenziale. La crescita economica ha sfiorato livelli elevati (con una crescita del PIL reale pari al 7% dal 2004 all’ultimo biennio) generando anche timori del surriscaldamento diffuso dovuto all’inflazione crescente [v. CIA World Factbook o la nota congiunturale su rapportipaesecongiunti.it]

Interessanti ricerche sulla percezione vietnamita dei brand italiani evidenziano il potenziale offerto dal paese, e la necessità di accurati investimenti in market research che tengano conto dell’evoluzione dei consumi e dell’approccio culturale. Il potenziale risiede senza dubbio nell’opportunità di rivolgersi alle fasce medio-alte, scavalcando la tradizionale associazione tra Made in Italy e luxury brands, potenziando la promozione dei prodotti ad alta qualità e maggiore accessibilità.

Un approccio sicuramente in linea con quanto evidenziato dalla AT Kearney, prestigiosa società di management consulting, in merito ai profili-consumatore del paese, ancora concentrati sui beni di consumo basic ma orientati ad una rapida evoluzione.

Ma il business attuale è sicuramente il settore real estate, con massicci investimenti che, oltre alle infrastrutture, si concentrano su realizzazioni importanti e di rilevante dimensione. Ad esempio è stato svelato a giugno scorso il progetto della Dao Viet Eco City, realizzato sulla scia del successo dei progetti innovativi dell’eco-city di Dongtan in Cina, di Zira in Azerbaijan, the Palm Island a Dubai e Masdar City ad Abu Dhabi. Un’area di cinque isole artificiali su 800 ettari, che ha visto l’affermarsi di un progetto di successo Made in Italy realizzato dal romano T-Studio (il sito sembra ancora inattivo, nonostante l’eco sulla stampa internazionale ed italiana).

A titolo esemplificativo si può consultare il solo portafoglio di cantieri in corso dei gruppi di investitori sudcoreani in Vietnam evidenziato dal quotidiano VnEconomy, che vanta anche opere mastodontiche con orizzonti temporali che arrivano al mezzo secolo, oltre ad interi piani di riqualificazione urbana.

Il potenziale del paese è sicuramente interessante, ma il business più attuale è per chi produce nei settori edilizia e arredamento ed è strutturato per sfide complesse e progetti “chiavi in mano” contract.

Per cominciare a districarsi tra i paesi CIVETS, la giungla vietnamita è un’ottima sfida.

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